Ecco le nuove normative sulla modalità di pagamento dell’affitto: il contante è ancora un’opzione?

Per affittare una casa, ci sono molte cose da considerare, tra cui come pagare il canone di locazione. In passato, era comune pagare l’affitto in contanti, ma la legge ha visto la necessità di regolare questo sistema.

In particolare, dopo una serie di modifiche avvenute nel corso degli ultimi anni, dal 1° gennaio 2023 la soglia per il pagamento dell’affitto in contanti è sceso a 999,99 euro; a differenza di quanto avveniva per il 2022 con il tetto massimo portato a 1.999,99 euro. Questo significa che è possibile pagare il canone di affitto in contanti, ma solo fino a questa soglia.

È importante notare che questo tipo di pagamento non è tacciabile e ci sono alcune regole che devono essere rispettate da entrambe le parti. In caso contrario, ci sono sanzioni per l’inquilino e il locatore che possono arrivare fino al 40% dell’importo versato.

È possibile pagare l’affitto anche per più mensilità, sempre in contanti, a patto che il pagamento totale non superi la soglia di 999,99 euro.

Per la ricevuta di affitto, il locatore dovrà obbligatoriamente rilasciarla su richiesta dell’inquilino. Inoltre, se l’importo del canone supera i 77,47 euro e il contratto non prevede il regime della cedolare secca, sulla ricevuta deve essere apposta una marca da bollo da 2 euro.

In generale, è consigliabile pagare l’affitto tramite bonifico, assegno o carta di credito, poiché questi sono metodi tracciabili e non comportano rischi per entrambe le parti. Tuttavia, se si decide di pagare in contanti, è importante rispettare le regole stabilite dalla legge per evitare sanzioni.

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